Nel rispetto della Grande secolare Tradizione di Gragnano, produciamo ogni giorno, con metodo artigianale Pasta di Gragnano IGP di elevatissima qualità.
Selezioniamo le migliori semole di grano duro che vengono miscelate solo con l’acqua fresca delle purissime - millenarie - sorgenti di Gragnano, con tanta passione cura e maestria. Ogni nostro formato è...
Non stiamo parlando di quello precotto, ma di quello appena sfornato, dal sapore e profumo inconfondibile di un tempo. Il pane Cafone, tipico della Campania, croccante e dalla mollica compatta. Questo pane è noto per la sua capacità di conservazione, quindi potrai gustarlo per diversi giorni, magari abbinato a formaggi freschi e stagionati, oppure ai...
ino dal colore rubino luminoso, impreziosito da una spuma vivace pennellate di porpora. Il suo profumo inizialmente vinoso e silvestre, dischiude poi delicati sentori floreali e di piccoli frutti rossi. L’assaggio è leggiadro, irresistibile e scattante, moderatamente caldo. Il finale gustoso e appena ammandorlato. L’inimitabile schiettezza, la...
Solo su ordinazione nel periodo invernale
Grazie all'esperienza dei casari si è riuscito a produrre una mozzarella mista tra, miscelando la giusta quantità di latte tra bufala e vaccina, creando un prodotto molto delicato al palato, con un ottima consistenza e digeribilità, senza togliere nulla al sapore della mozzarella di bufala
- meno grassi
-...
Il babà è la derivazione di un dolce a lievitazione naturale originario della Polonia (babka ponczowa) e di altri paesi slavi. Perfezionato dai cuochi francesi assunse il nome di baba. Vide poi trasformato il proprio nome in "babbà" dai pasticceri napoletani.
L'invenzione del babà si fa risalire al re polacco Stanislao Leszczyński,[2] suocero di Luigi...
Elenco dei prodotti per la marca Agricola casearia
L’ Agricola Casearia Sagliocco nasce dall’ esperienza pluriennale della famiglia Sagliocco, nel settore dell’ allevamento di capi bufalini e produzione di latte. Per soddisfare l’ esigenza di un mercato in continua ricerca di prodotti tipici e naturali, la famiglia Sagliocco, decide di avviare anche la trasformazione di latte in prodotti caratteristici del territorio.
Le origini della mozzarella sono direttamente legate all’ introduzione dei bufali in Italia. Una delle ipotesi più accreditate sostiene che la diffusione in Italia meridionale sia avvenuta, in epoca Normanna, partendo dalla Sicilia. Intorno all’ XI secolo si completa l’impaludamento delle pianure costiere del basso versante tirrenico – Piana del Volturno e del Sele – assumendo così quelle caratteristiche ambientali più adatte all’ allevamento del bufalo. Diversi scrittori e poeti furono ispirati da questo misterioso animale, tra cui Goethe nel corso di una sua gita ai templi di Paestum nel 1787 (“La mattina ci mettemmo in cammino assai per tempo e percorso una strada orribile arrivammo in vicinanza di due monti dalle belle forme, dopo aver traversato alcuni ruscelli e corsi d’ acqua, dove vedemmo le bufale dall’ aspetto d”ippopotami e dagli occhi sanguigni e selvaggi. La regione si faceva sempre più piana e brulla: solo poche casupole qua e là denotavano una grama agricoltura”), nonché Rocco Scotellaro, il quale scriveva: “…ogni bufala ha un nome che è un versetto e i nomi di una mandria di bufale sono un poema” (1940). Inizialmente utilizzato come animale da lavoro, per la sua rustica costituzione, divenne poi prezioso per la produzione di latte. Ma solo a partire dal XV secolo risalgono le prime “bufalare”, caratteristiche costruzioni in muratura, dalla forma circolare con un camino centrale, dove si lavorava il latte di bufala per ricavarne provole, caciocavalli, burro, ricotta e naturalmente mozzarelle di bufala. Storia ed origini Il termine “mozzarella” deriva dal verbo “mozzare”, che consiste nel maneggiare con le mani e con moto caratteristico il pezzo di cagliata filata e di staccare subito dopo con gli indici ed i pollici le singole mozzarelle nella loro forma più tipica: tondeggiante. Già nel XII secolo, quando le bufale furono sempre più apprezzate per la produzione del loro latte, rendendo consolidata la loro presenza nelle pianure costiere della piana del Volturno e del Sele, compaiono i primi documenti storici che testimoniano come i Monaci del monastero di San Lorenzo in Capua, erano soliti offrire, un formaggio denominato mozza o provatura (quando affumicato), accompagnato da un pezzo di pane, ai pellegrini componenti del Capitolo Metropolitano, che ogni anno, per antica tradizione, si recavano in processione sino alla chiesa del Convento. Ma bisogna aspettare l’ anno 1570 quando, appare per la prima volta il termine “mozzarella” in un testo famoso di Bartolomeo Scappi, cuoco della corte papale. Con l’ unificazione d’ Italia vide la luce ad Aversa, la “Taverna“: un vero e proprio mercato all’ ingrosso delle mozzarelle e dei derivati caseari prodotti dallo stesso latte tra cui è bene citare la ricotta, che, quotidianamente, stabiliva le quotazioni in relazione alla produzione e alla richiesta. Il commercio era regolato sulla base di veri e propri contratti che entravano in vigore dal primo settembre al 31 agosto dell”anno successivo, stipulati tra il proprietario delle bufale che trasformava anche il latte ed il “distributore” dei prodotti. La mozzarella veniva ritirata nei luoghi di produzione “pagliare” o “difesa“, già pesata e avvolta in foglie di giunco o di mortella, ordinatamente disposte in cassette di vimini o castagno e trasportata fino all’ ubicazione del negoziante
Un sottile sacchetto di mozzarella con all'interno mozzarella stracciata a mano in un letto di panna.
Per un pranzo o una cena, leggera ma invitante accanto ad un buona fetta di crudo o con bella conserva di zucchine e menta.
Il nome BURRATA nasce dalla peculiarità di trovare piccoli frammenti di burro nascosti nella panna al suo interno.
Tale...